venerdì 18 febbraio 2011

Piramide Yonaguni, Mu riaffiora dall'oceano?


Nei pressi dell’Isola di Okinawa, nel 1985 è stata ufficialmente scopera  una struttura misteriosa, che si pensa abbia almeno 10.000 anni. Secondo gli archeologi si tratterebbe della più antica costruzione mai realizzata dall’uomo. In mezzo a queste enormi rovine si trova una piramide che copre un'area di circa 15.000 mq.
No, non è fantascienza né un racconto di Lovecraft, forse, ma si tratta della piramide di Yonaguni che secondo alcuni rappresenta la prova dell’esistenza del continente Mu, sprofondato nell'oceano pacico  circa 25 mila anni fa, proprio come sosteneva, nel lontano 1868, Sir James Churchward, colonnello dell’Impero  britannico, a seguito della scopera di alcune tavolette di argilla, in un antico monastero orientale.
Sarebbe troppo lungo spiegare cosa si trovava scritto in quelle tavolette cosa dissero gli anziani locali a Churchward riguardo la storia di Mu, qui basti sapere che si accertò che si trattasse di un enorme territorio nel quale, circa 50 milioni di anni fa, aveva avuto origine la vita sulla terra. Fu proprio il popolo di Mu che colonizzò tutto il mondo, eleggendo in ogni paese un re figlio del Sole, la stella che consideravano loro dio.
“…gli abitanti di Mu erano grandi navigatori, ed esercitavano con maestria l’arte dell’architettura: costruivano imponenti templi e palazzi di pietra. Le vie, sempre di peitra, erano lastricate con tanta maestria che l’erba non riusciva a crescere tra le fessure....” Churchward spiega come Mu fosse formata da sette città diverse, e di come adorassero il sole nei loro templi scoperti. Un giorno però, in seguito a violentissimi catasclismi, Mu  sprofonda in mare, avvolta dalle fiamme dei vulcani. “Mu, l’Impero del Sole, sprofondò in un abisso, ora si trova nella landa delle tenebre, dove il sole non lo illumina mai… Una coltre d’acqua divenne il suo sudario funebre”, scrive ancora Churchward, concludendo sostenendo che “il regno ora giace nelle profondità dell’Oceano Pacifico”.

Eccoci dunque, dopo questa breve premessa alla piramide a gradoni di Yonaguni scoperta da Kikachiro Aratake, a circa 150 metri al largo dell’isola di Okinawa.
Quasi tutto il complesso si trova a 25 metri di profondità e, nonostante ci siano pareri discordanti in proposito, il professore Masaaki Kimura, geologo marino al Dipartimento di Scienze della Terra, presso l’Università di Ryukyu, dopo aver visitato varie volte il sito ha dichiarato di essere certo che si tratti di qualcosa di costruito e non di naturale.
“Ho studiato le strutture sottomarine dell’isola di Yonaguni, presso l’Iseki Point, per oltre dieci anni” spiega il geologo, “ho compiuto personalmente più di cento immersioni. Posso affermare, dopo varie analisi compiute, che l’intera struttura è stata costruita da esseri umani all’aria aperta, oltre 10.000 anni fa. Ho notato anche  differenze fondamentali tra le antiche civiltà giapponesi a noi note, come quella Jomon, e quella di Yonaguni: la cultura Jomon non ha mai costruito piramidi o strutture megalitiche. I castelli piu antichi presenti nelle isole di Okinawa come il castello di Shuri o quello di Nakagusuku sono stati costruiti appena 500 anni fa. Non sono in alcun modo associabili alla civiltà Yonaguni.”

Questa stranissima piramide sommersa è alta  20 metri, larga 150 e lunga 200 metri e, visto che  la sua completa immersione potrebbe essere stata causata dall’innalzamento del livello del mare, si presuppone - visto che il fenomeno sia avvenuto 10.000 anni fa a causa dell'ultima glaciazione. Pertanto anche la piramide  risalirebbe almeno a quell’epoca. Ci sono altri 5 edifici più piccoli che circondano la piramide. E dalla facciata principale della costruzione, posta a Sud, si sviluppano le scalinate che portano alla zona dei terrazzamenti (a Ovest) e a quella che gli studiosi hanno definito “sacra” (posta ad Est).
Il prof. Kimura spiega che la struttura si compone di enormi blocchi di pietra sui quali sono stati effettuati intagli per realizzare i terrazzamenti e le scale che ne caratterizzano l’aspetto piramidale.
Ad Est, la sezione della piramide è stata definita “sacra” perché conservava strani reperti, le cui funzioni sono  incomprensibili: una “scultura” simile a un uccello di pietra, un blocco di roccia scolpito a forma di tartaruga simile alle kamekobaka (letteralmente “tombe a guscio di tartaruga”) ritrovate anche a Okinawa, poi una sorta di “vasca” dal profilo triangolare scavata nella roccia, denominata ‘Piscina a Triangolo’. 
Ma è a Nord che si trova quello che si pensa sia il vero oggetto di culto: posto al centro di un’ampia pedana, si trova una sorta di dolmen formato da una roccia orizzontale di 3 metri per 3, sostenuto da due pietre circolari più piccole. Un altro edificio sottomarino, denominato ‘Goshintai’, contiene una pietra incredibile, probabilmente un orologio solare, battezzato da Kimura ‘Teda-ishi’, ossia pietra del sole. Questa pietra rappresenta forse Ra-Mu, la divinità solare di cui parlava Churchward?

Poco lontano dal tempio, è stato trovato un altro strano reperto, che per il professor Kimura è la prova definitiva dell’intervento umano a Yonaguni: si tratta di un megalite dalla forma di volto umano alto sette metri, secondo alcuni simile ai Moai dell’Isola di Pasqua. Una serie di intagli nella parte superiore di questo reperto sembrano definire le fattezze di un viso e, nelle fessure orizzontali che corrispondono alle cavità oculari sono incastonate due pietre che potrebbero rappresentarne gli occhi. “Gli occhi sono chiaramente opera dell’uomo”, commenta Kimura con un sorriso.
Poi c'è il famoso "Cancello ad Arco"  che conduce a una strada circolare. “La ‘Strada ad Anello’, una sorta di via che circonda l’edificio principale di Yonaguni. È larga circa sei metri, anche se in alcune parti raggiunge i quindici metri di larghezza. Questa via e tutto il palazzo sono circondati da un muretto, c’è una sola apertura  chiamata ‘Cancello ad Arco’, perché sormontata da un arco di pietra alto 1.70 e largo un metro.
Ma non le sorprese non finiscono qui, infatti sono state rinvenute numerose strade che corrono tutt’intorno e pareti di roccia colme di incisioni che sembrano i segni di una scrittura pittografia ancora decifrta...

Ma chi furono i costruttori di questa imponente opera?
Quali erano le conoscenze acquisite?
Quanto erano tecnologicamente progrediti?
Nessuna risposta...
Nessuna certezza...

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