mercoledì 5 dicembre 2012




LA LEGGENDA DI NGATOROIRANGI
Claudio Foti


I resoconti Maori più antichi riportano di un uomo chiamato Ngatoroirangi, a tohunga (alto sacerdote) che guidò la canoa Te Arawa fino alla Nuova Zelanda dalla leggendaria Hawaiki, la terra ancest

rale culla della civiltà Maori. Operò presso il Taputapuatea marae come sacerdote e navigatore ed era noto per le sue capacità e il suo status. Fece vari viaggi dalla leggendaria isola di Hawaiki e divenne nel tempo un sacerdote dotato di un mana molto potente.
Le genti di Ngati Ohomairangi si divisero in due schieramenti e, dopo varie battaglie ad Hawaiki, queste due divisioni presero parte alla migrazione verso Aotearoa (Nuova Zelanda), e cominciarono a costruire due grandi navi: Tainui e Te Arawa.
Una volta completate le grandi canoe Ngatoroirangi, chiamato anche Ngatoro-i-rangi, fu messo a capo della Tainui per condurla da Hawaiki fino alla Nuova Zelanda. Le due canoe poi furono legate l’un l’altra per completare i primi test marini prima della partenza.
Tuttavia, Ngatoro-i-rangi fu convinto da Tama-te-kapua a salire a bordo dell’altra canoa, Te Arawa, insieme a sua moglie per celebrare gli ultimi rituali atti a far si che la canoa fosse pronta per la navigazione in mare aperto. Nello stesso istante Tama-te-kapua ordinò alla ciurma di partire verso il argo rapendo di fatto Ngatoro-i-rangi e sua moglie.
Durante il viaggio Kearoa, la moglie di Ngatoro-i-rangi, fu insultata da Tama-te-kapua. Così Ngatoro-i-rangi evocò una tempesta per spingere la grande canoa verso Te Korokoro o Te Parata (La gola di Te Parata), un gorgo oceanico. Solo quando le grida di donne e bambini raggiunsero l’apice Ngatoro-i-rangi fu colto da pietà e scacciò la tempesta aiutando al contempo la canoa a riemergere sana e salva dal gorgo.
Una volta su Aotearoa Ngatoro-i-rangi lasciò la grande canoa a Te Awa o te Atua (nei pressi di Matata) e si inoltrò all’interno. Dove camminava emergevano sorgenti d’acqua dolce. Sorgenti ancora visibili, come quelle intorno al lago Rotorua e quelle nei pressi di Tokaanu. Dispiegò anche i patupaiarehe (una sorta di spiriti umani) sulle colline.
Nelle pianure vicino Tarawera, Ngatoro-i-rangi combattè contro Te Tama-hoi, un demone (atua) che cercò di distruggerlo con incantesimi malvagi, ma Ngatoro-i-rangi, grazie al suo possente mana, lo sconfisse e lo sprofondò con un piede nella montagna aprendo un crepaccio, seppellendolo lì sotto. Ancor oggi si crede che la grande eruzione del vulcano Tarawera, avvenuta nel 1886, sia stata causata da Tama-o-Hoi, che era ormai stanco di essere intrappolato sottoterra.
Ngatoro-i-rangi si diresse poi a Taupo-nui-a-Tia (Lago Taupo), e guardando a sud decise di inerpicarsi sulla montagna più vicina, Tauhara per avere una visione globale del luogo e decise di chiamare la montagna Tongariro (letteralmente “guardando a sud”), poi fu colto da una tormenta di neve. Fu qui, nell’odierno Tongariro National Park, che Ngatoroirangi quasi in cima fu avvolto da un freddo intenso e temette di morire. Pregò le sue sorelle Te Pupu e Te Hoata, e invocò il loro aiuto.
Queste arrivarono dalla loro “casa spirituale” sotto il mare e lo raggiunsero in forma di fuoco. Quando fecero una pausa nella loro risalita formarono le sorgenti termali che sono visibili ancor oggi.
Ngatoroirangi fu salvato dal loro intervento e le attività geotermiche divennero da allora di grande conforto per gli abitanti di Aotearoa (Nuova Zelanda).
Infine, questo essere umano dalle connotazioni mitologiche, ritornò alla grande canoa per celebrare i riti propiziatori in vista del nuovo viaggio. Quando però Ngatoroirangi tornò a Hawaiki, si trovò a dover affrontare Manaia che sconfisse nella battaglia di Ihumoto-motokia. Poi ancora una volta partì e ritornò a Aotearoa e fortificò l’isola Motiti, dove però fu attaccato, ancora una volta, da Manaia che questa volta, con tutti i suoi uomini, morì sotto gli incantesimi di Ngatoro-i-rangi.
La leggenda vuole che una volta vecchio Ngatoro-i-rangi cercò di raggiungere Kawhia per incontrare suo cugino Hoturoa che comandava la grande canoa di Tainui, ma non vi arrivò mai. Molti anni dopo le sue ossa furono trovate nel fiume Waikato con il suo tamoko (tatuaggio facciali) ancor ben identificabile. Le sue spoglie furono sepolte in un luogo imprecisato, forse sull’isola di Kawhia o su quella di Motiti.